martedì 6 marzo 2012

Brandon Flowers - 5 ottobre 2010, Roma

E veniamo al concerto del fenicottero! Concerto a cui in realtà non ho assistito ma di quella serata bisogna assolutamente parlare perchè sono successe delle cose...particolari.
Premessa: il 10 ottobre avevo il concerto degli U2 allo stadio olimpico, concerto annunciato quasi un anno prima e di cui avevo il biglietto da tempo immemore. Quando è spuntata fuori la data del fenicottero, dopo un veloce confronto con i soci che hanno deciso all'istante di andare a vedere Brandiva, ho pensato che potevo essere presente anch'io e sfruttare l'occasione per due motivi: 1) rivedere i soci che non vedevo dal 2009; 2) sperare di incontrare Brandon in giro per Roma. Tanto a Roma ci dovevo già andare per gli U2, mi bastava anticipare la partenza di un paio di giorni!
Come già precisato, mi sono rifiutata categoricamente di andare al concerto di Brandon. Ho odiato il suo progetto solista fin dall'inizio, le canzoni non mi piacevano - a parte un paio - e non avevo intenzione di far parte del pubblico adorante e in visibilio. Non volevo dare questa soddisfazione a Brandon. Sono scema, lo so, figurarsi se a lui gliene sarebbe fregato qualcosa della mia presenza o assenza, ma sono fatta così...

Ma torniamo alla cronaca di quell'evento. La mattina del 5 ottobre sono su un aereo diretto a Roma. Ritrovo per le 13 circa con gli altri: santa Laura (sempre lei, sì) che mi ospita anche stavolta, Claudia, Stefano, Linda e Sara. Il programma per il pomeriggio è di gironzolare nei pressi del Circolo degli Artisti nella speranza di incontrare Brandon. L'incontro ravvicinato non avverrà in quanto il signorino è stato scortato dentro al Circolo senza dargli modo di avere contatti con i fans che erano già in fila, tra l'altro in un momento in cui non eravamo lì. Va beh, pazienza. Magari riusciamo a vederlo dopo, e comunque gli altri lo vedranno al concerto. 
Quando, nel tardo pomeriggio, si avvicina il momento dell'apertura dei cancelli ci mettiamo in fila anche noi. Mentre gli altri 4 entrano immediatamente per cercare di prendere un buon posto non troppo lontano dal palco, io e Laura andiamo a cenare con l'ottima pizza del Circolo. Ho il tempo di osservare il giardino e devo dire che si tratta di un posto veramente bello e particolare, con quel pezzo di acquedotto romano, gli alberi, i fiori... 

http://www.circoloartisti.it/sito/index.php/multimedia/
Finita la cena arriva anche per Laura il momento di entrare nella venue. Incuriosita da questo posto di cui ho tanto sentito parlare chiedo di poter entrare per qualche secondo per vedere com'è. L'omaccione a guardia della porta mi concede questo favore senza problemi. Faccio qualche passo all'interno, è uno stanzino stretto e lungo, il palco minuscolo e a pochi centimetri dalla prima fila, l'aria già irrespirabile, satura di caldo e umidità, le luci basse...devo dire che è suggestivo! Un lieve brivido mi percorre la schiena al pensiero di un concerto dei Killers lì dentro...Esco per non abusare della bontà dell'omaccione e mi siedo su un muretto. 
C'è parecchia gente che non è ancora entrata, non sono interessati ai supporter e quindi chiacchierano, mangiano, bevono aspettando che sia il momento di Brandon. Nel giro di pochi minuti mi passano davanti J-man, il bassista orrendo ed esaltato del fenicottero, Joshua-il nipote, il chitarrista-barbone, Aaron Pfenning (il cantante della band di apertura), Torey-il cognato-fotografo-artista. L'ingresso del backstage è a pochi metri ed essendo gli spazi ridotti non ci sono uscite di servizio per la crew, tutti sono costretti a passare dall'unico ingresso a disposizione, trovandosi quindi in mezzo alla gente comune. J-man fa per entrare dalla porta su cui ho sostato io pochi minuti prima ma viene bloccato dall'omaccione: non ha addosso nessun badge di riconoscimento, l'omaccione non sa chi sia e giustamente non lo lascia entrare. Svelto il luridone tira fuori dalla tasca il suo badge ottenendo l'accesso immediato alla venue. E che diamine, è il tour manager dei Killers, com'è che non l'hanno riconosciuto? :P
Poco dopo dalla porta del backstage emerge l'uomo della consolle. Lo chiamo, mi fa un cenno di saluto con la mano, poi si ferma e capisco che sta aspettando che lo raggiunga per salutarlo. Mi avvicino e ci baciamo come due vecchi amici che non si vedono da tempo...mi dice che è contento di vedermi, mi chiede se sto per entrare perchè a breve saliranno sul palco i supporter...gli confesso che in realtà non assisterò al concerto, il disco di Brandon non mi piace e non mi interessa vederlo dal vivo in questo contesto. Gli faccio presente che però ci sono gli altri che sono già entrati. Estremamente sorpreso per la mia presenza nonostante non sia interessata al concerto mi chiede se allora sono lì solo per un saluto, e gli rispondo che avendo il concerto degli U2 pochi giorni dopo ho colto al volo l'occasione e ne ho approfittato per fare un salto anche lì. Mi risponde che ho fatto benissimo, poi mi saluta perchè per lui è quasi l'ora di mettersi al lavoro. Immaginatevi tutto questo dialogo condotto con il mio inglese più che primitivo e con l'uomo della consolle che, da tesoro qual è, cercava di parlare nel modo più semplice e chiaro possibile per facilitarmi il duro lavoro di compresione, ben sapendo quanto sono negata per l'inglese. Ci diamo appuntamento a dopo il concerto.
Inizia e finisce il set dei supporter e il fermento all'ingresso del backstage aumenta. Quando il boato proveniente da dentro fa capire che Brandon è salito sul palco il giardino si svuota in un baleno, quelli che stavano aspettando corrono dentro, lasciando le comode poltroncine libere per me e un'altra ventina di persone che non hanno il biglietto. Loro poveretti non ce l'hanno perchè non l'hanno trovato (il concerto è sold out)...
Ok, è ufficialmente cominciato il concerto di Brandon. E io cosa faccio? Tiro fuori il lettore mp3 e mi metto ad ascoltare i Killers!! Metto in riproduzione casuale tutte le canzoni dei loro 4 album e la considero la mia personale rivincita nei confronti di quel progetto solista che mi sta sulle palle! 
Verso la fine del concerto, quando mancano le ultime due canzoni, l'omaccione apre la porta per permettere a noi rimasti fuori di entrare. Un gesto che reputo molto carino e gentile, per nulla dovuto. Fa sempre piacere trovare persone così. Io però non entro, aspetto proprio che la musica finisca e che le persone inizino ad uscire. Solo in quel momento entro, per cercare di recuperare i soci e per passare a salutare l'uomo della consolle, la cui postazione di lavoro è sul fondo della sala. 
Ritrovati gli altri facciamo un salto in bagno, mi risciacquo le mani con l'acqua gelida, quindi usciamo per decidere cosa fare. Stanno mettendo delle transenne per delimitare un percorso dal backstage all'uscita...si staranno preparando per far fuggire Brandon, visto che non c'è altra via per uscire da lì e che non possono certo lasciarlo in balia della folla. Io e i soci ci troviamo un posticino in un punto in cui la via di fuga fa una piccola curva, tutto intorno a noi è già pieno di persone appoggiate alle transenne per vedere cosa succede. In pratica il nostro posticino è in mezzo a delle siepi/sterpaglie/ramaglie non meglio definibili. Stefano e Linda spostano e strappano qualche ramo per creare una finestrella che ci permetta di vedere al di là delle piante. 

pic by Claudia
E poi ci mettiamo lì ad aspettare. C'è sempre più folla intorno, ovviamente tutti hanno voglia di vedere e salutare Brandon mentre uscirà dal Circolo. 
Davanti al backstage la confusione aumenta...e da qui in poi tutto succede con la velocità della luce. Si vede venire avanti un capannello di persone, la folla esulta. In mezzo al capannello si intravede Brandon, scortato da J-man e da non so quanti gorilla. Avanza con un sorriso fenomenale, saluta le persone ma continua nel suo percorso verso la salvezza. Arriva all'altezza della curva presso cui siamo imboscati noi, lo salutiamo come fanno tutti gli altri...e qui avviene IL FATTO. Brandon ci vede, ci vede proprio. Ci ha riconosciuti!! Il sorriso si fa ancora più strepitoso. Con un gesto delle braccia improvviso, fulmineo ma gentile, si fa strada tra i gorilla, scansadoli per venire verso di noi. Scansa anche J-man! Loro provano a fermarlo ma lui imperterrito avanza verso noi. Cioè...Brandon sta venendo nella nostra direzione...E' davanti a noi, con il suo sorriso smagliante a tutta dentiera. Ci saluta. Ci porge la mano. Stringe la mano a tutti noi, uno dopo l'altro. Ho il cuore in subbuglio e non capisco niente, non ci credo che sta succedendo quello che sta succedendo! Non so se porgergli la mano, sono paralizzata, non riesco a realizzare che tutto questo è realtà. "Brandon sei sicuro di voler dare la mano anche a me? Non ero al concerto...ma davvero mi hai riconosciuta insieme agli altri? Davvero?? Davvero ti ricordi di noi, sai chi siamo, cosa facciamo per te e per i Killers? Non è che ci stai scambiando per altre persone?"...Alla fine sollevo un attimo la mano destra e lui me la prende e me la stringe, con quella sua stretta decisa ma gentile, guardandomi dritto negli occhi e sorridendo. Continua a sorridere, non dice niente. Linda gli accarezza il viso e fa un'affermazione su quanto bello è. Lui si prende tutto il tempo che gli serve per salutarci come si deve, gli attimi sembrano durare secoli, il tempo si è fermato, tutta la folla intorno a noi è scomparsa, non so più dove sono, chi sono, perchè sono lì...no ma ci rendiamo conto?? Brandon Flowers ci ha riconosciuti, ha deviato dal suo percorso scansando i gorilla per venire a salutarci, ha stretto la mano a tutti noi regalandoci al contempo un'espressione di soddisfazione e gratitudine incomparabile. O______________________O non ci posso credere, ma è successo davvero? Sono senza parole, come anche gli altri, senza fiato, con le lacrime agli occhi e i brividi. Non sto sognando, me lo ripeterò mille volte quella sera e i giorni successivi. Quello che ho appena vissuto è incredibile. Troppo sorpresa e sconvolta in quei concitati secondi per pensare di prendere una fotocamera e fare una foto di quel prezioso incontro. Ma poi chissenefrega delle foto, quegli attimi, quella mano che cercava le nostre, quel sorriso, quegli occhi riconoscenti e felici non hanno bisogno di foto per essere ricordati per sempre.
Quanto tempo è passato? 15 secondi? Forse 20? Addirittura 30? Impossibile dirlo...Brandon continua la sua camminata verso l'uscita, ci metto qualche secondo per cominciare a riprendermi, lo stesso vale per i soci...
La folla inizia a dileguarsi, noi ci accomodiamo sulle poltroncine del giardino nella speranza di riordinare un po' i pensieri su quello che è appena accaduto. Non molto dopo esce l'uomo della consolle, passa a salutarci, non ricordo se qualcuno di noi - Stefano forse - gli offre una birra, fatto sta che lui rientra nel backstage e se ne esce con una pizza per noi! Il tecnico delle luci dei Killers che ci offre la pizza, questa è incredibile almeno quanto l'incontro con Brandon. Ma cosa c'è nell'aria stasera? Cosa sta succedendo, anzi, perchè ci sta succedendo tutto questo? Se la racconto a quelli che non c'erano come faranno a credermi, sembra tutto troppo assurdo per essere vero! L'uomo della consolle rimane un po' a chiacchierare con noi, e si conferma una bella e brava persona e una compagnia più che piacevole. Il post concerto trascorre in serenità e in allegria, una conclusione perfetta per una serata perfetta.
Non ricordo fino a che ora rimaniamo lì a godere del clima particolarmente mite di quell'inizio di ottobre romano, è difficile staccarsi da quel luogo che ci ha regalato così tanto...ma alla fine siamo costretti ad andarcene. 

Non so se ricapiterò da queste parti, ma non posso che dire che sono contentissima di aver avuto l'occasione di essere qui stasera. Se mi fosse data la possibilità di tornare indietro rifarei tutto allo stesso identico modo...compreso il non entrare al concerto.

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