giovedì 27 ottobre 2011

Eye-contacs

I concerti sono composti da tanti tasselli, come i puzzle. Ci sono le canzoni, la musica, le note. Chitarre, batteria, basso, tastiere, a volte violini e sassofoni e altri strumenti. C'è la scenografia, con luci, sfondi, colori, palme finte, uccellacci che fanno capolino dal pianoforte e tappeti stesi sul palco. Ci sono gli amici con cui si condivide l'attesa, la corsa, le canzoni cantate a squarciagola, le risate di felicità, la red bull e la poca acqua fresca rimasta. Ci sono i tizi della security che, in base al paese in cui ti trovi, fanno il possibile per aiutarti o il possibile per complicarti l'esistenza. C'è il sudore, il caldo, la ressa, le spinte, le botte, la transenna. Ci sono le casse che ti sparano le note addosso, con il basso che ti fa vibrare le orecchie e la pancia. E poi ci sono dei momenti che ti fanno dimenticare di tutto quello di cui ho appena parlato. Sono momenti di solito brevi, brevissimi, frammenti di tempo che svaniscono subito ma che durano per sempre. Sono gli istanti in cui il tuo sguardo incrocia quello del tuo cantante preferito, del tuo artista preferito. Lui che guarda negli occhi proprio te, solo te. Il tempo si ferma, non senti più la musica, non senti il caldo, non ti accorgi del pogo, ti passa la stanchezza. Esistete solo tu e lui, i tuoi occhi e i suoi occhi, il resto dell'universo scompare. Istanti unici e infiniti, nella loro brevità. Uno solo di questi sguardi ti ripaga di tutto, attese, fatica, lividi, ansia. L'emozione che porta con sè è indescrivibile, quando passa l'attimo ti chiedi come fai ad essere ancora vivo, in piedi, cosciente...

Enjoy!














 















Nessun commento:

Posta un commento