mercoledì 21 novembre 2012

The Killers - 16 e 17 novembre 2012, London

Sono nel pieno della depressione post concerto, una delle peggiori che mi sia mai capitato di sperimentare. Come si fa a lasciar andare certi momenti? Come si fa a guardare al futuro senza sapere quando sarà possibile rivederli? E' proprio vero che più li vedi e più la dipendenza aumenta. Lasceresti tutto il resto per seguirli in tour, anche se magari non si meritano tanta devozione (visto che non hanno ancora stabilito una data in Italia u.u)...ma sono così speciali, così magici, i loro concerti sono così pieni di energia e di momenti spettacolari che non riesci proprio a farne a meno! Insomma, stavolta è assurdamente difficile parlare della trasferta conclusasi pochi giorni fa senza lasciare che le lacrime bagnino la tastiera...
E' stato un crescendo di emozioni e momenti intensissimi. C'è così tanto da dire, ma così tanto, che ho paura di non riuscire a descrivere in modo appropriato ogni momento e ogni avvenimento...

E' cominciato tutto con l'incontro con Elisa (la mitica Elisa!) che ci ha consegnato i biglietti, a conclusione dell'odissea che avevamo affrontato per quella benedetta spedizione. E' il pomeriggio del 16 novembre, siamo arrivati a Londra il giorno prima e dopo aver fatto i turisti per una giornata siamo quasi giunti al momento del primo dei due concerti. Prima una capatina all'appartamento. Non mi sembra vero che tra pochissimo li rivedrò, il fatto di non essere in fila è stranissimo e sembra ancora tutto così irreale... ma è già l'ora di partire, via in metro fino alla Greenwich peninsula, dove dobbiamo ritirare i biglietti al botteghino. Sono le 19.30, credo di non essere mai arrivata così tardi ad un concerto :P. Lucia, Beatrice e Claudia hanno il posto sugli spalti, a lato del palco, mentre io e Denise siamo nel parterre. Entriamo a metà del set della band di apertura, Tegan and Sara, e passiamo a salutare l'uomo della consolle che si sta gustando la calma che precede il suo intenso lavoro. Un po' alla volta ci avviciniamo al palco, fino a raggiungere una posizione che non è affatto male, in quindicesima fila più o meno. Si vede abbastanza bene il palco ma allo stesso tempo si vedono bene gli spettacolari effetti di luci e laser. La preparazione del palco dura meno del solito (o è stata solo una mia impressione?), tengo le dita incrociate perchè non inizino con Mr Brightside e le luci accese, e quando le luci si spengono urlo per la contentezza. Senza sapere quale sarà la canzone di apertura...e i Killers mi stupiscono e mi rendono felicissima partendo con A Matter Of Time, una bomba di canzone, fantastica, una delle mie preferite! Speravo tanto di sentirla, ed eccola qua. La canto con tutta la voce e l'energia che ho in corpo, saltando e alzando le braccia al cielo. A parte isolate eccezioni, sono circondata da gente che non solo non canta e se ne sta quasi immobile, ma anzi mi guarda male ripetutamente perchè mi scateno e canto e urlo. Scusatemi se sto cercando di godermi una canzone bellissima ad un concerto. Idioti. 


Oltre ai soliti grandi classici, in scaletta ci sono ovviamente le canzoni di Battle Born - anche se non tutte, e non quante mi sarebbe piaciuto. La seconda che ci viene presentata è The Way It Was, che dal vivo è davvero bella, molto più di quanto si direbbe ascoltandola solo dall'album, Brandon sa ricavare il meglio da ogni canzone che porta sul palco, rendendola coinvolgente in un modo che non ti saresti mai aspettato. In questo caso aggiunge un intermezzo parlato, in cui spiega il senso della canzone, e una piccola variazione nel cantato rispetto alla versione dell'album, una specie di reprise molto carina. La sua voce sembra reggere bene, dopo la paura che mi ha fatto prendere nei giorni scorsi. Subito dopo un breve frammento di Heart Of A Girl al piano. Chissà perchè non la fanno per intero, sti scemi...


In compenso ci becchiamo Shadowplay, che ormai davamo per scontato avesse abbandonato per sempre il palco dei Killers e invece eccola qui, accompagnata da splendidi laser e luci verdi.
Miss Atomic Bomb strepitosa nella sua forza e nella sua velata tristezza. Continuo a saltare e a cantare a più non posso e continuo a ricevere gli sguardi straniti di chi mi sta accanto, ma chissenefrega? Alla fine mi sto divertendo molto più delle mummie che ho a fianco! Con From Here On Out Brandon ci regala uno spettacolo nello spettacolo, giocando con il pubblico in un crescendo di coretti botta-e-risposta ed elargendo sorrisi a ripetizione. 



Altro momento speciale della serata è lo snippet di Don't Look Back In Anger degli Oasis, che riesce a svegliare anche i più mummificati dal loro torpore, con il risultato di un'intera arena che canta insieme a Brandon le parole dei fratelli Gallagher. All These Things, accompagnata da una pioggia di coriandoli rossi e argentati, chiude la prima parte del concerto, mentre Battle Born è la canzone finale, e devo dire che ora che l'ho sentita dal vivo la amo ancora di più, è un capolavoro di canzone ed è perfetta come chiusura del concerto. Mentre gli altri 3 continuano con una base strumentale, Brandon fa la sua performance scendendo in transenna a toccare mani (e a farsi toccare) e a salutare i fan. Il momendo del delirio! Domani tocca a noi!
Anche se non è come viverlo dalla transenna, è stato davvero un bel concerto. Non vedo l'ora di replicare il giorno successivo!

E' il 17. Sveglia all'alba, metro e sonno, arriviamo davanti all'imponente O2 poco prima delle 9. Abbiamo meno di 20 persone davanti (che entro la fine della giornata diventeranno molte di più, come al solito....), l'arena è ancora chiusa e aspettiamo che ci aprano. Il sonno e la stanchezza non riescono a scacciare del tutto l'agitazione che comincia a farsi largo dentro di noi. Quando aprono l'ingresso principale della O2 con stupore mi rendo conto che invece di farci correre a perdifiato lungo tutto il tragitto che ci separa dall'ingresso (circa 300 m?), ci accompagnano facendoci camminare con calma e in modo che venga rispettato l'ordine con cui eravamo in fila. Qualcuno tenta lo stesso di passare davanti, facendo una figura davvero misera. Ed eccoci in fila davanti all'ingresso F, seduti sul freddo asfalto. Ci tocca tenere la giacca e fare frequenti visite allo starbucks o a qualsiasi altro negozietto lì presente per prendere qualcosa di caldo da mangiare o da bere, oppure al bagno per riscaldarci le mani con l'acqua calda. Ma almeno siamo al coperto. La giornata trascorre pigra e lenta, mentre la fila si allunga lentissimamente, ci sono pochissime persone rispetto alle nostre aspettative. Dove sono tutti? Perchè non vengono in fila? Si fa amicizia con qualche vittima solitaria, si guardano i video e le foto della sera prima, qualsiasi scusa è buona per occupare un po' il tempo nell'attesa che arrivi la fatidica ora dell'apertura delle porte.
Poi sentiamo il soundcheck. E durante il soundcheck una canzone che non ci aspettavamo. Tranquilize. Cantata da una voce che non sembra quella di Brandon. Che ci sia Lou Reed?? La sola ipotesi ci fa venire il panico...Poco dopo provano anche Flesh & Bone, rendendomi felicissima visto che non aspetto altro che risentire questa canzone dal vivo! Verso le 17 comincia a esserci un po' di movimento ai tornelli, e poco dopo un paio di addetti alla security vengono a controllare i biglietti e a metterci il braccialetto per l'accesso all'arena. Bene, uno dei miei timori era che questa fase ci rallentasse nel momento dell'entrata, invece loro sono svegli e intelligenti e superano l'ostacolo anticipando quelle operazioni necessarie prima dell'ingresso. Sono stupita positivamente dall'ottima organizzazione dell'O2! Dopo un'oretta ci fanno mettere in fila ai tornelli, facendoci vivere minuti di angoscia perchè temiamo che aprano tutti i tornelli insieme, il che vanificherebbe tutte le nostre ore di attesa, visto che noi che siamo al primo tornello siamo più indietro di quelli che sono stati messi per esempio al quarto e che sono arrivati da pochissime ore. Ma una ragazza che era lì la sera prima ci tranquillizza, fanno entrare una fila alla volta, rispettando appunto l'ordine di arrivo, quindi saremo i primi ad entrare - se si escludono i furbetti che in quelle ore ci sono passati davanti con nonchalance. E infatti così avviene, controllo velocissimo della borsa e poi dentro all'arena, senza correre, tutti camminano, anche se a passo svelto per non farsi superare. Mai fatto un ingresso in una venue così tranquillo e rilassante! La transenna è lì, eccola, ci sono!! 



Ci siamo tutti, nessuno si è perso, The Killers Italia c'è! Claudia e Linda attaccano il cartellone che avevamo preparato durante le ore di fila. Ci eravamo messe d'accordo per indossare tutte e 3 una t-shirt bianca, ma purtroppo io non sono vicinissima a loro 2, tra me e loro ci sono Beatrice e Sara...poco male, mi riprometto che la prossima volta faremo in modo di stare davvero vicine per vivere insieme il concerto.

Anche stasera aprono Tegan and Sara. Sul palco sono in sei, le due sorelle che cantano e altri 4 strumentisti che le accompagnano. Alcune canzoni sono davvero carine, tanto che mi dico che una volta a casa approfindirò la loro conoscenza, se non altro per sentire se le canzoni rendono bene anche sull'album.



Il loro set è godibile, un antipasto piacevole in attesa dei Killers.
La preparazione del palco dura davvero meno del tempo a cui ero abituata. Stavolta non si spengono le luci, e i 4 fanno il loro ingresso così, all'improvviso, a luci accese, per partire subito con Mr Brightside. Non sono amante di questo modo di iniziare il concerto...comunque si entra subito nel vivo. L'atmosfera è splendida, l'arena si è riempita nonostante fino a mezz'ora prima mancasse ancora un sacco di gente. La security è eccezionale. Si canta, si urla, si salta, si ride, si balla.


Per gran parte del concerto abbiamo Giorgio Testi e la sua crew che ci riprendono, riprendono proprio noi che cantiamo. Chissà le figure pessime che abbiamo fatto! E chissà se quelle riprese verranno mai utilizzate e in che modo... 
Ronnie vede il cartellone, sorride e saluta (questo purtroppo non l'ho visto di persona, avevo la saettona davanti che mi nascondeva del tutto il mio mitico Ronnie...)!
Brandon è un chiacchierone!! Spesso tra una canzone e l'altra dice qualcosa, fa un discorso, spiega il testo o il senso della canzone, ringrazia. Ci guarda in continuazione, ci sorride, in certi momenti sembra che stia facendo il concerto solo per noi, e non esagero! Gli eye-contacts non si contano...la felicità è palpabile, sia sul palco che tra il pubblico. Siamo davanti a Dave e lo investiamo di gesti, segnali, urla nella sua direzione, lui ci guarda ma non fa nemmeno mezzo sorriso. E' perso nel suo mondo lol



Ci becchiamo Bones e Tranquilize in successione, ma niente Lou Reed. Somebody Told Me ci viene proposta con un nuovo intro, portentoso, di una forza impressionante, con chitarre e basso cattivissimi e spettacolari. Anche Bling ha un intro tutto nuovo.
Here With Me e l'arena si riempie di lucine in un'atmosfera dolce e malinconica. From Here On Out e si ripete il giochino con il pubblico del giorno prima, solo che stavolta siamo in prima fila e siamo noi i protagonisti insieme a Brandon. Sono momenti indimenticabili, sguardi, sorrisi, l'alternanza di pubblico e Brandon. E' tutto così speciale...ogni volta che Brandon mi si para davanti rinuncio a fare foto e mi godo la sua presenza, i suoi sguardi, i sorrisi. In pratica passa mezzo concerto dalla nostra parte, proprio davanti a noi. E se è solo un'impressione...beh, lasciatemi vivere in questa illusione!



Dopo Dustland sembra che stiano per replicare la cover della sera prima, quando Brandon dice qualcosa a Dave...cambia leggermente il giro di accordi della chitarra, e Brandon inizia a cantare "See the stone set in your eyes, see the thorn twist in your side".....cioè....stanno facendo With Or Without You degli U2!!! Sono senza parole e senza respiro, mi viene da piangere, non capisco più niente....siamo tutti sconvolti, Brandon ci guarda e ride, ben consapevole delle reazioni che queste sorprese causano nel pubblico. Sono talmente emozionata che non ricordo le parole della canzone, e intanto Brandon continua a guardarci e a sorridere, le nostre lacrime parlano a sufficienza. La morte. Tutto quello che segue dopo è confuso e intriso di emozione, felicità, farfalle nello stomaco e tachicardia. La prima parte del concerto si chiude con When You Were Young. Sono sconvolta, senza fiato, sudata, ma vivrei altre 100 ore come quella appena trascorsa!


Di nuovo il concerto si conclude con Battle Born. Niente Flesh & Bone, seppure fosse presente nella setlist. Sarà per i problemi di voce di Brandon, non è una canzone facile da interpretare e probabilmente la sua voce non è ancora al top. Presentazioni di rito per tutta la band, con Brandon che viene a ripetere "in the flesh" davanti a noi, dopo aver visto che a nostra volta l'avevamo ripetuto mentre presentava Dave. Vabbeh. Ci ama. E' giunto il momento della discesa in transenna. Brandon ci fissa -soprattutto Stefano! - sorridendo e allargando le braccia come a dire "guardate cosa mi tocca fare", si toglie la fede e mentre lo fa io gli faccio una foto ridendo, lui mi vede e mi guarda ridendo a sua volta, quindi si avvia saltellando contento. Dopo pochi secondi è davanti a me, gli tocco un braccio e la mano scivola sullo strato di sudore, si sposta mentre la gente dietro spinge ma nemmeno troppo, lo saluto, allungo una mano, lui me la stringe fortissimo per sorreggersi mentre si sposta di lato per continuare la sua passeggiatina. Ecco. C'è bisogno di dire qualcosa? Si capisce a cosa mi riferisco quando parlo di momenti che non possono essere dimenticati e che è difficile lasciare andare? Quando si vorrebbe che il passato si trasformasse in un eterno presente per rivivere a ripetizione tutti quegli istanti magici...
Ultimi saluti sul palco, inchino di gruppo e se ne vanno tutti, lasciandoci lì, in compagnia di K e saette rosse e argentate che luccicano sul pavimento come a ricordarci la grandiosità di quello che è appena successo.

Come se tutte queste emozioni non bastassero, più tardi (o il giorno dopo) veniamo a sapere che al concerto erano presenti Tim Burton (a cui è stata dedicata Bones) con Helena Bonham, e Bono con la famiglia (da qui la cover di Whit Or Without You). Non so se si capisce la grandiosità della cosa, ero allo stesso concerto a cui hanno assistito anche questi personaggi. Vabbeh. E' inutile dire che non ci si abitua mai a certe sensazioni...

Morale della trasferta: per quanto puoi dire che odi i Killers perchè non fanno le canzoni che vorresti sentire, perchè non annunciano la data italiana, perchè fanno setlist troppo corte, quando li vedi sul palco ti dimentichi di tutto il resto e vorresti che non finisse mai....e quando finisce ti rendi conto che aspetterai con ansia la prossima data, e che nel frattempo ti mancheranno in modo indicibile, tanto da fare male.



Setlist - 16 novembre

• A Matter of Time
• Somebody Told Me
• Smile Like You Mean It
• Spaceman
• The Way It Was

• Heart of a Girl (partial)
• Bling
• Shadowplay
• Miss Atomic Bomb
• Human
• Here With Me
• For Reasons Unknown

• From Here On Out
• A Dustland Fairytale
• Don't Look Back In Anger (Oasis cover - snippet)
• Read My Mind
• Runaways
• Mr Brightside
• All These Things That I've Done


Encore:
• Jenny Was A Friend Of Mine
• When You Were Young

• Battle Born


Setlist - 17 novembre

• Mr Brightside
• The Way It Was
• Smile Like You Mean It
• Spaceman
• Bones

• Tranquilize
• Bling
• Miss Atomic Bomb
• Human
• Somebody Told Me
• Here With Me

• For Reasons Unknown
• From Here On Out
• A Dustland Fairytale
• With or Without You (U2 cover - snippet)
• Read My Mind
• Runaways
• When You Were Young


Encore:
• Jenny Was A Friend Of Mine
• All These Things That I've Done

• Battle Born

Nessun commento:

Posta un commento